Quali sono i rimedi per le disfunzioni temporo mandibolari?
Non esiste un rimedio unico per far fronte alle DTM. Il professionista a cui è possibile rivolgersi è lo gnatologo: lo specialista che ha competenze specifiche sulle articolazioni della bocca e su tutti gli organi connessi. Per poter individuare quale sia l’origine della disfunzione viene messo in atto un processo diagnostico che si basa su tre fasi:
- anamnesi accurata: è la raccolta dei sintomi e degli elementi riferiti dal paziente che aiutano ad identificare le caratteristiche nel problema, il momento di insorgenza, la durata e degli elementi che il professionista ritiene utili per effettuare una diagnosi accurata.
- esame clinico: attraverso la palpazione dei muscoli e delle articolazioni e l’esecuzione di test funzionali viene evidenziata la sede e l’entità del dolore, la presenza di limitazioni nei movimenti del collo e di apertura della bocca.
esami strumentali: in genere può essere richiesta una tac “cone beam” (per individuare i rapporti spaziali tra le componenti ossee e la morfologia delle superfici articolari) oppure la risonanza magnetica (per evidenziare la posizione del disco articolare e la sede di eventuali processi infiammatori) che sono di supporto a quanto inizialmente identificato attraverso un accurato esame clinico.
Qual è il trattamento adatto per i problemi dell’articolazione temporo mandibolare?
Poiché l’origine dei problemi articolari è su base multifattoriale, anche le soluzioni terapeutiche proposte sono numerose, orientate a ridurre il carico sui tessuti muscolo-scheletrici. Lo scopo principale è quello di ottenere una remissione della sintomatologia e permettere alla mandibola di riprendere la propria funzionalità in assenza di dolore, cercando di evitare che il problema si ripresenti.
Perché rivolgersi allo gnatologo
Il professionista con competenze in gnatologia, dopo aver illustrato al paziente le implicazioni del problema, può prescrivere:
- l’utilizzo di un bite (o splint occlusale), un dispositivo in resina che ricopre la superficie occlusale e che permette di:
- modificare temporaneamente il modo in cui i denti entrano in contatto quando si chiude la bocca; ridurre la sollecitazione delle articolazioni temporo-mandibolari (ATM)
- facilitare il rilassamento dei muscoli masticatori
- modificare e correggere, quando è necessario, in modo reversibile, la posizione della mandibola
- proteggere i denti dall’usura dovuta alle parafunzioni
Il bite deve essere monitorato periodicamente e deve essere indossato secondo le indicazioni fornite dal dentista.
2. alcune sedute di fisioterapia che hanno lo scopo di ripristinare la cinematica mandibolare, la flessibilità delle fasce muscolari, la correzione di abitudini posturali incongrue
3. una terapia farmacologica con antinfiammatori e miorilassanti
4. delle tecniche di rilassamento e gestione dello stress (biofeedback)
5. solo in alcuni casi è necessario ricorrere a tecniche più invasive quali l’artrocentesi, che consiste nell’entrare all’interno della articolazione con un ago per effettuare lavaggi con soluzione fisiologica e sostanze antinfiammatorie, al fine di facilitare la distensione dell’articolazione stessa, rimuovere eventuali aderenze e ridurre l’infiammazione stessa.
Anche se meno conosciute, i disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare dovrebbero essere considerati come qualsiasi altro problema o complicazione del nostro organismo. Per questo motivo, in presenza dei primi segnali, si consiglia di ricorrere al consulto specialistico di uno gnatologo.